NEUTRALITA’ CLIMATICA ENTRO IL 2050: 10 I SETTORI IN CUI INTERVENIRE PER ACCELERARE LA TRASFORMAZIONE DIGITALE

Le transizioni verde e digitale sono state gemellate nell’Agenda politica 2019 della Commissione UE. 

Con la relazione di previsione strategica 2022 “Abbinamento delle transizioni verde e digitale in un nuovo contesto geopolitico” presentata nei giorni scorsi, la Commissione UE si adopera ora per un’accelerazione da imprimere ad entrambe le transizioni verde e digitale, guardando ai 5 contesti di mercato maggiormente interessati dall’impatto del cambiamento climatico e nuove tecnologie (i.e. i) energia; ii) trasporti; iii) industria, iv) edilizia; v) agricoltura). Individuano per tali ambiti 10 settori d’intervento fondamentali per massimizzare sinergie e coerenza tra le ambizioni climatiche e quelle digitali dell’UE nel rispetto dell’obiettivo 2050 di neutralità climatica.

In proposito, Maroš Šefčovič, Vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, ha dichiarato: “Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 dobbiamo liberare il pieno potenziale della digitalizzazione e, allo stesso tempo, mettere la sostenibilità al centro della trasformazione digitale. È per questo che la relazione di previsione strategica esamina in modo più approfondito come allineare al meglio i due obiettivi, soprattutto alla luce dell’importanza che assumono in termini di sicurezza nel mutato contesto geopolitico attuale. A partire dal 2040, ad esempio, il riciclaggio potrebbe essere una fonte importante di metalli e minerali, essenziali per le nuove tecnologie, se l’Europa vorrà porre rimedio alle sue carenze nel settore delle materie prime. Comprendere l’interazione tra le due transizioni, adoperandosi nel contempo per conseguire un’autonomia strategica aperta, è la giusta via da seguire.

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COMUNICATO STAMPA DELLA COMMISSIONE UE 30 GIUGNO 2022: RELAZIONE DI PREVISIONE STRATEGICA 2022; ABBINAMENTO DELLE TRANSIZIONI VERDE E DIGITALE IN UN NUOVO CONTESTO GEOPOLITICO

La Commissione ha adottato la relazione di previsione strategica 2022 “Abbinamento delle transizioni verde e digitale in un nuovo contesto geopolitico”. In vista dell’accelerazione da imprimere a entrambe le transizioni, la relazione individua dieci settori d’intervento fondamentali, con l’obiettivo di massimizzare le sinergie e la coerenza tra le ambizioni climatiche e quelle digitali. In questo modo, tra ora e il 2050 l’UE rafforzerà la propria resilienza intersettoriale e autonomia strategica aperta e sarà più preparata per affrontare le nuove sfide globali.

Le transizioni verde e digitale dominano l’Agenda politica della Commissione definita dalla Presidente Ursula von der Leyen nel 2019. 

Alla luce dell’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, l’Europa sta rafforzando ulteriormente il proprio ruolo di leader mondiale in materia di clima e digitale, tenendo gli occhi puntati sulle grandi sfide come l’energia, l’alimentazione, la difesa e le tecnologie di punta. Da questo punto di vista, la relazione di previsione strategica 2022 presenta un’analisi olistica e orientata al futuro delle interazioni tra queste due transizioni, tenendo conto del ruolo delle tecnologie nuove ed emergenti e dei principali fattori geopolitici, sociali, economici e normativi che incidono sul loro abbinamento, cioè sulla loro capacità di rafforzarsi reciprocamente.

Tecnologie essenziali per l’abbinamento verso il 2050

Se da un lato le tecnologie digitali aiutano l’UE a conseguire la neutralità climatica, ridurre l’inquinamento e ripristinare la biodiversità, dall’altro il loro uso diffuso aumenta il consumo di energia, così come la produzione di rifiuti elettronici e l’impronta ambientale.

L’energia, i trasporti, l’industria, l’edilizia e l’agricoltura — i cinque maggiori responsabili delle emissioni di gas a effetto serra nell’UE — sono fondamentali per abbinare efficacemente la transizione verde e quella digitale. 

Le tecnologie svolgeranno un ruolo chiave nel ridurre l’impronta di carbonio di questi settori. Infatti, se fino al 2030 la maggior parte delle riduzioni di emissioni di CO2 proverrà da tecnologie disponibili oggi, in seguito saranno le nuove tecnologie attualmente in fase sperimentale, dimostrativa o di prototipo a rendere possibile il conseguimento della neutralità climatica e della circolarità entro il 2050. Ad esempio:

  1. nel settore dell’energia, nuovi sensori, dati satellitari e blockchain potrebbero contribuire a rafforzare la sicurezza energetica dell’UE migliorando la previsione della produzione e della domanda di energia, prevenendo perturbazioni legate alle condizioni meteorologiche o agevolando gli scambi transfrontalieri;
  2. nel settore dei trasporti, una nuova generazione di batterie o tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale e l’Internet delle cose, consentirà grandi progressi verso la sostenibilità e la mobilità multimodale tra i diversi modi di trasporto, anche nel settore dell’aviazione a breve distanza;
  3. in tutti i settori industriali, i gemelli digitali — una controparte virtuale di un oggetto o processo fisico, che utilizza dati in tempo reale e apprendimento automatico — potrebbero contribuire a migliorare la progettazione, la produzione e la manutenzione;
  4. nel settore dell’edilizia, la modellizzazione delle informazioni di costruzione (building information modelling, BIM) potrebbe migliorare l’efficienza energetica e idrica, influenzando le scelte di progettazione e l’uso degli edifici;
  5. infine, nel settore agricolo, l’informatica quantistica, in combinazione con la bioinformatica, può migliorare la comprensione dei processi biologici e chimici necessari per diminuire l’uso di pesticidi e fertilizzanti.

Fattori geopolitici, sociali, economici e normativi che incidono sull’abbinamento

L’attuale instabilità geopolitica conferma la necessità non solo di accelerare la duplice transizione, ma anche di ridurre le nostre dipendenze strategiche. Nel breve termine ciò continuerà a ripercuotersi sui prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari, con notevoli ricadute a livello sociale. 

A medio e lungo termine, ad esempio, l’accesso sostenibile alle materie prime essenziali per la duplice transizione resterà di fondamentale importanza, incentivando ulteriormente il passaggio a catene di approvvigionamento più brevi e meno vulnerabili e, ove possibile, la rilocalizzazione in paesi amici (il cosiddetto friend-shoring).

L’abbinamento richiederà anche di imperniare il modello economico dell’UE sul benessere, sulla sostenibilità e sulla circolarità. Il ruolo dell’UE nella definizione di norme globali avrà un ruolo importante e il successo dipenderà, tra l’altro, dall’equità sociale e dall’agenda per le competenze, oltre che dalla mobilitazione degli investimenti pubblici e privati. Di qui al 2030 si prevede che saranno necessari ogni anno quasi 650 miliardi di € per ulteriori investimenti adeguati alle esigenze future.

I 10 principali settori di intervento

La relazione individua i settori che richiedono una risposta strategica per massimizzare le opportunità e ridurre al minimo i rischi potenziali derivanti dall’abbinamento:

  1. rafforzare la resilienza e l’autonomia strategica aperta nei settori fondamentali per la duplice transizione, ad esempio attraverso il lavoro dell’Osservatorio dell’UE delle tecnologie critiche o la politica agricola comune per garantire la sicurezza alimentare;
  2. intensificare la diplomazia verde e digitale, sfruttando il potere normativo e di standardizzazione dell’UE e promuovendo nel contempo i valori dell’Unione e i partenariati;
  3. gestire strategicamente l’approvvigionamento di materie prime e materiali critici, adottando un approccio sistemico a lungo termine per evitare una nuova trappola della dipendenza;
  4. consolidare la coesione economica e sociale, ad esempio rafforzando la protezione sociale e lo Stato sociale, facendo in modo che anche le strategie di sviluppo regionale e gli investimenti svolgano un ruolo importante;
  5. adattare i sistemi di istruzione e formazione a una realtà tecnologica e socioeconomica in rapida trasformazione e sostenere la mobilità dei lavoratori in tutti i settori;
  6. mobilitare ulteriori investimenti adeguati alle esigenze future in nuove tecnologie e infrastrutture — in particolare in ricerca e innovazione e nelle sinergie tra capitale umano e tecnologia — con progetti transnazionali fondamentali per mettere in comune le risorse dell’UE, nazionali e private;
  7. sviluppare quadri di monitoraggio per misurare il benessere tenendo conto anche di elementi diversi dal PIL e valutare le opportunità offerte dalla digitalizzazione ma anche la sua impronta complessiva in termini di carbonio, energia e ambiente;
  8. garantire un quadro normativo adeguato alle esigenze future per il mercato unico, che favorisca modelli imprenditoriali e di consumo sostenibili, ad esempio riducendo costantemente gli oneri amministrativi, aggiornando gli strumenti della politica degli aiuti di Stato o applicando l’intelligenza artificiale all’elaborazione delle politiche e alla partecipazione dei cittadini;
  9. rafforzare l’approccio globale alla normazione e capitalizzare il vantaggio derivante dal ruolo di apripista dell’UE in materia di sostenibilità competitiva, con al centro il principio “ridurre, riparare, riutilizzare e riciclare”;
  10. promuovere un solido quadro per la cibersicurezza e la condivisione sicura dei dati per garantire, tra l’altro, che i soggetti critici possano prevenire le perturbazioni, resistervi e superarle, rafforzando, in ultima analisi, la fiducia nelle tecnologie legate alla duplice transizione.

Prossime tappe

La Commissione continuerà a portare avanti l’Agenda della previsione strategica, creando la base per le iniziative del programma di lavoro per il prossimo anno.

Il 17 e 18 Novembre 2022 la Commissione parteciperà all’organizzazione della conferenza annuale sul sistema europeo di strategia e analisi politica (ESPAS) per discutere le conclusioni della Relazione di previsione strategica 2022 e preparare il terreno per l’edizione 2023.

Contesto

La prospettiva strategica sostiene la Commissione nella sua azione innovatrice e ambiziosa tesa al conseguimento dei sei grandi obiettivi della presidente von der Leyen. Dal 2020, sulla base di cicli di previsione completi, si elaborano relazioni annuali di previsione strategica per orientare le priorità della Commissione definite nel discorso annuale sullo stato dell’Unione, nel programma di lavoro della Commissione e nella programmazione pluriennale.

La relazione di quest’anno prende le mosse dalle relazioni strategiche di previsione del 2020 e del 2021 che erano imperniate, rispettivamente, sulla resilienza come nuova bussola nell’elaborazione delle politiche e sull’autonomia strategica aperta dell’UE.

L’analisi presentata nella relazione di previsione strategica 2022 si fondava su un esercizio di previsione intersettoriale guidato da esperti e svolto dal Centro comune di ricerca, integrato da ampie consultazioni con gli Stati membri e altre istituzioni dell’UE nel quadro del Sistema europeo di analisi strategica e politica (ESPAS), oltre che dai contributi dei cittadini raccolti tramite un apposito invito sul portale Di’ la tua. I risultati dell’esercizio di previsione sono presentati nella relazione scientifica e strategica del Centro comune di ricerca della Commissione (JRC): “Towards a green and digital future. Key requirements for successful twin transitions in the European Union”.

Per approfondire

Relazione di previsione strategica 2022: abbinamento delle transizioni verde e digitale in un nuovo contesto geopolitico

Pagina web della relazione di previsione strategica 2022

Domande e risposte sulla relazione di previsione strategica 2022

Sito web sulla previsione strategica

Relazione scientifica e strategica del JRC: Towards a green and digital future. Key requirements for successful twin transitions in the European Union

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